Comunicato stampa n°8-2014

COMUNICATO STAMPA N°8

CAMBIAMENTI CLIMATICI E ARCHITETTURA ALPINA

alla giornata della vita in montagna


Il rapporto dell’uomo con il clima e con la montagna che abita. È questo il tema della
GIORNATA DELLA VITA IN MONTAGNA che TRA LE ROCCE E IL CIELO – il Festival che si svolge in Vallarsa dal 21 al 24 agosto – propone sabato 23 agosto. Nel corso della giornata si parlerà di architettura alpina e di come tornare a far vivere borghi e paesi di montagna, e di cambiamenti climatici e dei segnali d’allarme che la natura ci manda e che l’uomo deve sapere cogliere guardando al futuro.

L’uomo da sempre vive e abita la montagna. I territori in quota offrono protezione, risorse e possibilità diverse rispetto alla pianura, ma nel corso dell’ultimo mezzo secolo le zone di montagna hanno vissuto un progressivo abbandono. L’uomo si è spostato verso le città, mentre paesi e borghi di montagna sono stati abbandonati e spopolati. A risentirne è stato anche l’ambiente. La casa rurale è infatti nata e vissuta assieme all’ambiente che la circonda, i paesi alpini e la mano dell’uomo sono l’origine del paesaggio che li circonda. Ci siamo chiesti: al giorno d’oggi ci sono modi e possibilità per tornare ad abitare la montagna?

Il convegno ABITARE LA MONTAGNA CHE CAMBIA Mutamenti climatici e nuovi modi di vivere le Alpi vuole proprio indagare questi temi, affrontando l’architettura di montagna e le sue possibilità contemporanee, attraverso esempi pratici che favoriscono nuovi insediamenti ecocompatibili in territori abbandonati. Scarica il programma del convegno

Nella prima parte della mattinata si approfondiranno tre casi particolari:

Ostana, suggestivo borgo ai piedi del Monviso, è una perla architettonica con case rurali dai tetti in pietra di straordinaria bellezza, pur trattandosi di un comune con soli 74 abitanti. Come favorire l’arrivo di nuove famiglie senza perdere le qualità architettoniche del luogo? Il sindaco Giacomo Lombardo illustrerà le politiche adottate negli ultimi anni,

Forni di Sotto è un comune della Carnia, nell’alta valle di Tagliamento, che si è posto come sfida la realizzazione di un albergo diffuso. Forte degli esempi di Sauris e degli altri comuni friulani che hanno scelto questa formula, Forni ha lo svantaggio di trovarsi fuori dalle zone di forte richiamo turistico. Per questo le difficoltà sono maggiori e il vicesindaco Claudio Coradazzi ci spiegherà il processo di formazione dell’albergo diffuso, con difficoltà da affrontare e incentivi che ne motivano la scelta.

Costapiana di Sopra era fino allo scorso anno una contrada fantasma nel comune di Valli del Pasubio. Tre famiglie hanno scommesso sulla loro vita e hanno comperato due vecchi stabili, con l’obiettivo di trasferirsi a vivere sul posto. Grazie alla tecnologia del legno hanno ricostruito l’immobile e realizzato un co-housing. Ce lo racconta Francesco Guzzonato, il progettista, assieme alle famiglie.

Abitare la montagna vuol dire anche sperimentare gli estremi dell’abitare. La montagna è sinonimo di condizioni difficili e l’architettura deve saper rispondere alle esigenze estreme.

Luca Gibello racconta la storia dei rifugi. Da riparo di sopravvivenza per chi saliva in montagna per lavorare o per i pionieri dell’alpinismo, oggi sono divenuti quasi degli alberghi, dotati di tutti i comfort. Quali sono le caratteristiche che deve avere un rifugio? E la casa di pietra col tetto a falde è l’unica soluzione, o possono esserci altre forme e altri materiali?

Nicola Chiavarelli parla del rapporto tra architettura e natura attraverso il paesaggio. In particolare racconterà delle treehouses costruite sugli alberi come nuovo modo di abitare la montagna, attraverso la sua esperienza di lavoro, nello studio MQaa di Fiera di Primiero, e di didattica attraverso i laboratori effettuati nelle scuole. Al termine dell’intervento saranno presentati i lavori dei bambini della scuola elementare F.Cavallin di Vallarsa, che lo scorso giugno hanno svolto un laboratorio per costruire case sugli alberi.

Il clima che cambia, argomento che verrà affrontato nel pomeriggio, è quest’anno il tema fondamentale della giornata della vita in montagna. Di mutamento climatico si sente parlare sempre più spesso, ed è assodato che le cause delle trasformazioni in atto vanno ricercate nell’azione dell’uomo. I territori di montagna sono molto delicati, e l’uomo dovrà sapersi adattare al clima del futuro, e saperne mitigare i cambiamenti.

Gli esperti del MuSe di Trento ci racconteranno la storia del clima che cambia. Marco Avanzini ha studiato il clima dal medioevo ad oggi nelle nostre zone, e ci racconterà come il variare delle condizioni ambientali abbia influito storicamente sui comportamenti dell’uomo che abita le montagne.

Christian Casarotto parlerà dello stato dei ghiacciai alpini. I ghiacciai sono degli ecosistemi fragilissimi, che rivestono un ruolo fondamentale per l’ambiente montano e per l’uomo che lo abita. Al cambiare del clima varia la loro consistenza, e questo influisce sui nostri comportamenti.

Roberto Barbiero dell’Osservatorio trentino per il clima, che fa parte del dipartimento della Protezione civile provinciale, ci aiuterà a capire il ruolo dell’uomo nelle emergenze legate al clima. Alluvioni, valanghe, frane dovute alle piogge intense sono sempre più spesso nelle cronache. Ma l’uomo può prepararsi a queste bombe climatiche, o sono destinate a rimanere sempre delle emergenze?

I territori di montagna sono diversi dalla pianura. L’uomo che li abita e le amministrazioni che li governano devono ragionare in modo diverso dalle grandi città, sia a livello di comportamenti che di politiche. Per questo esistono alcune istituzioni che incentivano e aiutano i territori alpini a guardare oltre la propria vallata e a mettere a punto scelte collettive mirate alla salvaguardia del clima.

Luca Cetara è rappresentante della Convenzione delle Alpi, strumento internazionale promosso dall’Unione Europea per ragionare dei territori alpini. Porterà un aggiornamento in merito alle politiche di adattamento che la Convenzione sta promuovendo in Italia.

Antonio Chiadò è sindaco di Massello e rappresentante italiano di Alleanza nelle Alpi, una rete di enti locali – di cui fa parte anche la Provincia di Trento e il comune di Vallarsa – per applicare i principi dettati dalla Convenzione nelle Alpi. Porterà esempi virtuosi dei comuni della rete, relativi al climate change.

Francesco Musco, pianificatore e docente all’università IUAV di Venezia, ha tenuto corsi e conferenze sul cambiamento climatico e sulle politiche da adottare. Quali sono le possibilità concrete di azione per i territori montani?

Accettare il cambiamento del clima e rendersene conto non è un processo semplice. Le condizioni meteorologiche si modificano modo lento, a volte quasi impercettibile sul breve periodo: bisogna saper osservare con grande attenzione, e saper comunicare cause ed effetti futuri del cambiamento in modo efficace, altrimenti il processo di mutamento climatico rischia di risultare invisibile. Il meteorologo Luca Mercalli, divenuto famoso grazie alle apparizioni televisive a “Che tempo che fa”, sarà protagonista della serata di sabato 23 al Festival. Nel suo intervento racconterà come le montagne stanno lanciando un chiaro campanello d’allarme all’uomo. La montagna e i cambiamenti climatici: il canarino nella miniera? A noi il compito di aprire gli occhi su quello che sta accadendo, e di raccogliere la sfida di un futuro su cui i comportamenti umani avranno grandi poteri di influenza.

Oltre al convegno, la giornata della vita in montagna presenta anche attività per i più piccoli. In particolare nel pomeriggio sarà proposto un laboratorio per bambini alla scoperta delle energie rinnovabili. L’associazione H2O+ affronterà gli aspetti “amici” del clima, quando sole, vento e acqua sono importanti perché riescono a darci energia.

Inerenti al tema della giornata anche le mostre:

Al Museo Etnografico di Riva di Vallarsa sono esposte dal 3 agosto le 30 immagini finaliste del concorso fotografico “Abitare la montagna”. I visitatori potranno scegliere, vedendo la mostra di persona, tre immagini migliori da candidare al premio del pubblico. Domenica 24 agosto si terrà la premiazione.

Sempre al museo sarà allestita la mostra “Ghiacciai di una volta”. Promossa dal MuSe e curata da Christian Casarotto, la mostra mette a confronto foto storiche dei ghiacciai italiani di tutto l’arco alpino con le immagini di oggi. Il colpo d’occhio – con la stessa inquadratura – è immediato, e dimostra che il cambiamento climatico è in atto ed è inutile nascondersi dietro ad un dito.

Durante i quattro giorni del Festival, nella sala della chiesa di Riva di Vallarsa, saranno invece visitabili i modelli delle treehouses realizzate da alcuni istituti superiori nel corso dello scorso anno. Assieme a questi saranno esposti al pubblico anche quelli realizzati dai bimbi delle elementari di Raossi di Vallarsa durante un laboratorio svoltosi a giugno.

Al Teatro Tenda, a partire dall’8 agosto e fino al 24, si potrà visitare Terre coltivate. Storia dei paesaggi agrari del Trentino. L’esposizione racconta le unità paesaggistiche che compongono oggi il Trentino e quali trasformazioni le hanno rese possibili: il vitigno, il meleto, la cerealicoltura, l’orticoltura, la castanicoltura, il noceto, l’oliveto, l’alpicoltura, la selvicoltura; e le unità paesaggistiche scomparse, come la gelsicoltura, il grano saraceno, la tabacchicoltura. Il percorso espositivo di Fondazione Museo Storico di Trento è curato da Giuseppe Ferrandi, Annibale Salsa, Sergio Ferrari, Alessandro de Bertolini e Roberta Tait.

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