il matrimonio di mio fratello

 

Il matrimonio di mio fratello

 

 

Autore: Enrico Brizzi

Collana: Scrittori italiani e stranieri

Editore: Mondadori

ISBN 978-88-04-65236-6

Euro 22,00

Formato: 16 x 24 cm

Pagine: 498

 

Sono abbastanza rari i romanzi che hanno la montagna come protagonista, o come ambiente di svolgimento delle vicende narrate, per lo più i protagonisti sono guardaparchi, forestali, guide alpine, maestri di sci o alpinisti incalliti, una serie di personaggi spesso scontati e stereotipati che omologano i racconti e spesso li rendono quasi sovrapponibili, poca fantasia insomma…

Oppure ambienti popolati di cuculi, camosci, orsi, selvaggina varia e maestosi alberi, anche qui omologazione semi totale…

Il matrimonio di mio fratello rompe tutti gli schemi: non è un romanzo di montagna, è un romanzo con la montagna, dove essa fa da quinta teatrale ad una vicenda che, pagina dopo pagina, riesce a catturare il lettore, magari un poco intimidito dalla mole non proprio tascabile del libro.

Enrico Brizzi è stato colpito da un successo folgorante al suo primo e stra famosissimo libro: Jack Frusciante è uscito dal gruppo 20 anni fa, a soli 20 anni di età e da allora il suo successo si è consolidato e reso inossidabile.

I protagonisti sono i membri di una famiglia piccolo borghese, madre, padre e due fratelli e la vicenda si svolge su due piani temporali differenti: il primo vede il viaggio del minore alla spasmodica ricerca del maggiore, con l’incombente e potenziale dramma della disperazione di quest’ultimo; il secondo piano temporale è la storia di questa famiglia, vista dagli occhi del fratello più piccolo, a partire dall’infanzia, passando per adolescenza, gioventù ed età matura.

Il legame tra i due fratelli è profondo, ma anche di rivalità, specie per una sofferta inferiorità interiore del più piccolo nei confronti del maggiore, sempre migliore e apparentemente più intelligente; un dualismo reale per tantissime coppie di fratelli.

E cosa c’entra la montagna, si domanderà il nostro lettore? Max, il maggiore, ne è innamorato fin da bambino fin dalle sue vacanze estive in Trentino, un amore che aumenta di anno in anno e lo porta ad abbandonare i brillanti studi per fare l’accompagnatore prima e la guida alpina poi, e tentare anche una prima invernale sul terribile Nanga Parbat, operazione fallita che sconvolge la vita di Max.

A fare da sfondo alle vicende della famiglia dei protagonisti, ci sono gli avvenimenti dell’Italia di allora: le stragi di mafia, tangentopoli, la lotta alla corruzione, dalla quale anche essi vengono sfiorati. Chi non è di primo pelo riuscirà a identificarsi nelle vicende.

Il finale ci mostra come la montagna, spesso accusata di essere assassina e di ghermire vite umane a più non posso, si possa rivelare invece la medicina che può placare gli animi esacerbati e feriti dalle vicende umane, un luogo dove ritrovare la propria identità e curare le proprie ferite, sia fisiche che spirituali…

Brizzi non è un alpinista, ma è un grande camminatore: ha percorso l’intera Via Francigena da Canterbury a Roma, così come i cammini di Santiago e di Gerusalemme, non tralasciando di attraversare integralmente l’Italia dall’Alto Adige alla Sicilia. E poi in ultimo ricordiamo che è anche il presidente della Giuria del Premio ITAS di Trento.

 

Filippo Zolezzi

 

 

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