GIORGIO CONTI

Nasce a Rimini nel dopoguerra, in una città completamente rasa al suolo dai bombardamenti degli  Alleati, finalizzati allo sfondamento del fronte nazi-fascista della Linea Gotica.

Il Ri-Costruire segnerà il suo modo di “essere gettati nel mondo”. È cresciuto in una comunità, dove venivano praticati i valori della solidarietà, giustizia e libertà.

Dopo essersi laureato presso lo IUAV di Venezia, intraprende la carriera universitaria (Università: IUAV, Algeri, Salerno, Ancona, Ca’ Foscari Venezia, Supsi Lugano) in modo “in-disciplinato”, affrontando temi di ricerca in-editi. Infatti, parafrasando Popper, “Non esistono discipline ma solo strumenti per risolvere i problemi”.

Attraverso pensieri scritti (libri, pubblicazioni), visivi (docu-film, mostre) e azioni (promozione di movimenti, musei, convegni, conferenze, performances…) tenta di fare da ponte tra mondo accademico e società civile, tra la cultura umanistica e quella scientifica, coltivando interessi nel campo delle scienze ambientali, della filosofia, dell’antropologia culturale e dell’arte contemporanea, non intesa come pura estetica…decor-azione globalizzata.

Si è dimesso dall’università (2011) per sperimentare :” una università sul campo”: una agricoltura multifunzionale, sostenibile e solidale.

Nel 1980 ha fondato a Venezia, assieme a Elia Barbiani, gli Archivi della Modernità, un centro di documentazione e promozione culturale, ispirato alla poetica/filosofia di J. Beuys.

E’ un collezionista di concetti materializzati in oggetti.

A facebook preferice le relazioni face to face.

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