FABIO MINA

 

Nato a Rimini nel 1984 ha iniziato a studiare flauto da bambino, si è diplomato nel 2004 al Conservatorio di Pesaro e dal 2000 si è dedicato alla composizione. Durante gli anni del conservatorio, parallelamente agli studi accademici, ha iniziato l’esperienza dell’improvvisazione, inizialmente in un contesto jazzistico poi in uno spazio musicale che non avesse confini, anche attraverso lo studio di strumenti a fiato di diverse parti del mondo come bansuri (flauto traverso indiano), dizi e xiao (due tipi di flauti cinesi), duduk (oboe armeno) shakuhachi (flauto giapponese della tradizione Zen), ney (flauto presente in tutto il Medio Oriente), fujara (flauto armonico di grandi dimensioni tipico in Slovacchia) e khaen (organo a bocca tailandese).

Nel tempo ha approfondito la ricerca sulla musica antica e la musica sacra del mondo, concentrandosi sul repertorio Sufi e quello della mistica medioevale Hildegard von Bingen.

Ha vissuto a Berlino dove ha avuto modo di partecipare a festival di improvvisazione e musica contemporanea, di collaborare in progetti di teatro danza e di frequentare workshops legati all’elettroacustica e l’impiego delle nuove tecnologie in musica.

Dal 2007 collabora col trombettista tedesco Markus Stockhausen con cui si è esibito in diversi festival in Italia e in Germania. Lo stesso Stockhausen, nel 2011, ha prodotto il suo primo album “Vìreo” per l’etichetta tedesca Aktivraum, registrato con il fonico Walter Quintus.

Ha collaborato con artisti come Kudsi Erguner, Fabrizio Ottaviucci, Enzo Pietropaoli, Tara Boumann, Luigi Ceccarelli e Cristiano De Andrè.

Sta approfondendo un progetto in solo e in duo con Markus Stockhausen, progetti che prevedono il dialogo tra l’esplorazione del suono “puro”  dei flauti e di tromba e flicorno,  e campionamenti, field recordings, live electronics.

Inoltre collabora in duo con il percussionista Marco Zanotti, duo che esplora l’interazione tra improvvisazione/composizione, field recording ed elettronica.

Con Marco Zanotti e la partecipazione di Stockhausen, ha pubblicato il suo secondo album “The Shore” per l’etichetta bolognese A Simple Lunch.

Come musicista cerca di approfondire i legami tra musica, suono e le relative radici spirituali.

(Foto di Roberto Masotti)

 

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